dallo Jonio all'Adriatico
Il calendario di eventi che il Salento offre in tutti i mesi dell’anno, è sicuramente più ricco in estate, periodo che vede il picco del turismo e le splendide serate stellate si snodano tra una festa patronale e una sagra di paese, una manifestazione culturale, un concerto di pizzica e le atmosfere particolari dei locali notturni. Ogni sera durante il periodo estivo, non mancheranno le manifestazioni gastronomiche e culturali, in uno dei paesi salentini, che allieteranno piacevolmente le vostre giornate. Il Salento è famoso per la sua tradizione musicale, folkloristica e popolare “la pizzica” e le tarantate che rappresentano la storia di un popolo di migranti e lavoratori, e saranno frequenti per questo concerti in piazza, in spiaggia, nei pub e discoteche per tutti i gusti e per tutte le persone che amano divertirsi. Ma il Salento è anche feste patronali, processioni, fuochi d’artificio, bancarelle che sono particolarmente sentite dai paesani e dalle centinaia di pellegrini che dai paesi limitrofi si recano ad onorare il Santo Patrono di ogni città .Il Salento inoltre è famoso per le tradizioni culinarie e gastronomiche e per questo le sagre sono la migliore occasione per assaggiare piatti tipici, genuini ad un costo accessibile e contemporaneamente ascoltare un pò di musica e passare un’allegra serata in compagnia.
Il calendario di eventi che il Salento offre in tutti i mesi dell’anno, è sicuramente più ricco in estate, periodo che vede il picco del turismo e le splendide serate stellate si snodano tra una festa patronale e una sagra di paese, una manifestazione culturale, un concerto di pizzica e le atmosfere particolari dei locali notturni. Ogni sera durante il periodo estivo, non mancheranno le manifestazioni gastronomiche e culturali, in uno dei paesi salentini, che allieteranno piacevolmente le vostre giornate. Il Salento è famoso per la sua tradizione musicale, folkloristica e popolare “la pizzica” e le tarantate che rappresentano la storia di un popolo di migranti e lavoratori, e saranno frequenti per questo concerti in piazza, in spiaggia, nei pub e discoteche per tutti i gusti e per tutte le persone che amano divertirsi. Ma il Salento è anche feste patronali, processioni, fuochi d’artificio, bancarelle che sono particolarmente sentite dai paesani e dalle centinaia di pellegrini che dai paesi limitrofi si recano ad onorare il Santo Patrono di ogni città .Il Salento inoltre è famoso per le tradizioni culinarie e gastronomiche e per questo le sagre sono la migliore occasione per assaggiare piatti tipici, genuini ad un costo accessibile e contemporaneamente ascoltare un pò di musica e passare un’allegra serata in compagnia.
Situata in una posizione centrale rispetto le rinomate spiagge Salentine e ai vari luoghi più in vista, le Palummare Agri hotel consente in tempi brevi di raggiungere la meta desiderata. Che sia spiaggia o scogliera.
A brevissima distanza si possono raggiungere le splendide spiagge il mare cristallino di Torre San Giovanni, meta turistica diurna ma altrettanto attraente nelle ore serali. A seguire Torre Mozza, Lido Marini e Pescoluse con i loro vivaci lidi, dove lentamente le meravigliose dune sabbiose lasciano il posto alla rinomata scogliera della bella e prorompente Leuca.
Potete trovare nella reception dell’hotel tutto il materiale per organizzare questa esperienza.
Situata in una posizione centrale rispetto le rinomate spiagge Salentine e ai vari luoghi più in vista, le Palummare Agri hotel consente in tempi brevi di raggiungere la meta desiderata. Che sia spiaggia o scogliera.
A brevissima distanza si possono raggiungere le splendide spiagge il mare cristallino di Torre San Giovanni, meta turistica diurna ma altrettanto attraente nelle ore serali. A seguire Torre Mozza, Lido Marini e Pescoluse con i loro vivaci lidi, dove lentamente le meravigliose dune sabbiose lasciano il posto alla rinomata scogliera della bella e prorompente Leuca.
Potete trovare nella reception dell’hotel tutto il materiale per organizzare questa esperienza.
Il Salento è conosciuto soprattutto per la bellezza delle sue coste sia ad est che ad ovest, nonché per alcuni centri di particolare rilevanza artistica e storica come Lecce, Gallipoli, Otranto. Stavolta, però, ci vogliamo soffermare su alcuni piccoli paesi particolarmente caratteristici per come si presentano agli occhi dei visitatori: dei borghi con addosso l’incanto di una certa magia, data da una spiccata atmosfera presente vuoi per la ricchezza storica, vuoi per un certo humus culturale, vuoi per il modo in cui si affacciano sulla costa.
Potete trovare nella reception dell’hotel tutto il materiale per organizzare questa esperienza.
Il Salento è conosciuto soprattutto per la bellezza delle sue coste sia ad est che ad ovest, nonché per alcuni centri di particolare rilevanza artistica e storica come Lecce, Gallipoli, Otranto. Stavolta, però, ci vogliamo soffermare su alcuni piccoli paesi particolarmente caratteristici per come si presentano agli occhi dei visitatori: dei borghi con addosso l’incanto di una certa magia, data da una spiccata atmosfera presente vuoi per la ricchezza storica, vuoi per un certo humus culturale, vuoi per il modo in cui si affacciano sulla costa.
Potete trovare nella reception dell’hotel tutto il materiale per organizzare questa esperienza.
È una cucina povera per gli ingredienti usati, a partire dalla farina poco raffinata oppure di orzo, meno costosa di quella di grano. Per l’uso di verdure coltivate e selvatiche che la terra salentina può offrire, insieme ad altro, come le lumache. Per l’impiego di pesce azzurro, oggi rivalutato, ma un tempo l’unico pesce che la popolazione poteva permettersi. Per la scarsità dei piatti a base di carne troppo costosa per i contadini.
In effetti, i meno abbienti mangiavano la carne solo la domenica mischiata con molto pane per fare le polpette, o addirittura solo alcune volte all’anno in occasione delle feste più importanti come Natale, Pasqua e la festa patronale. La carne di cavallo era diffusa in quanto tali animali erano usati per i lavori nei campi e come mezzo di trasporto e solo quando erano troppo vecchi per lavorare si servivano come alimento. Nel periodo pasquale, in cui è tradizione mangiare l’agnello, la popolazione consumava gli scarti dell’animale, cioè le interiora. Questi servivano alla preparazione di piatti che oggi sono diventati ricercatissimi per la loro bontà e l’equilibrio dei sapori. Proprio con le interiora dell’agnello si preparavano (e si preparano) i turcineḍḍi o gnommareḍḍi o mboti, che sono involtini dal sapore deciso, cotti sulla brace. Non dimentichiamo le “fae e cicore reste” traduzione: fave sgusciate e fatte a purè contornate con cicorie selvatiche, una prelibatezza esclusivamente salentina, oggi rivalutata in ristoranti di tutto il mondo.
Altro tradizionale piatto povero della cucina salentina è la ciceri e tria. Si tratta di pasta fresca, tipo tagliatella ma senza uovo, in parte fritta in olio extravergine d’oliva e parte lessata unitamente ai ceci, servita appunto insieme ai predetti legumi. Inoltre si usano le spezie della macchia mediterranea per insaporire le preparazioni: la salvia, il rosmarino, il timo, la maggiorana, la menta e l’origano.
È una cucina povera per gli ingredienti usati, a partire dalla farina poco raffinata oppure di orzo, meno costosa di quella di grano. Per l’uso di verdure coltivate e selvatiche che la terra salentina può offrire, insieme ad altro, come le lumache. Per l’impiego di pesce azzurro, oggi rivalutato, ma un tempo l’unico pesce che la popolazione poteva permettersi. Per la scarsità dei piatti a base di carne troppo costosa per i contadini.
In effetti, i meno abbienti mangiavano la carne solo la domenica mischiata con molto pane per fare le polpette, o addirittura solo alcune volte all’anno in occasione delle feste più importanti come Natale, Pasqua e la festa patronale. La carne di cavallo era diffusa in quanto tali animali erano usati per i lavori nei campi e come mezzo di trasporto e solo quando erano troppo vecchi per lavorare si servivano come alimento. Nel periodo pasquale, in cui è tradizione mangiare l’agnello, la popolazione consumava gli scarti dell’animale, cioè le interiora. Questi servivano alla preparazione di piatti che oggi sono diventati ricercatissimi per la loro bontà e l’equilibrio dei sapori. Proprio con le interiora dell’agnello si preparavano (e si preparano) i turcineḍḍi o gnommareḍḍi o mboti, che sono involtini dal sapore deciso, cotti sulla brace. Non dimentichiamo le “fae e cicore reste” traduzione: fave sgusciate e fatte a purè contornate con cicorie selvatiche, una prelibatezza esclusivamente salentina, oggi rivalutata in ristoranti di tutto il mondo.
Altro tradizionale piatto povero della cucina salentina è la ciceri e tria. Si tratta di pasta fresca, tipo tagliatella ma senza uovo, in parte fritta in olio extravergine d’oliva e parte lessata unitamente ai ceci, servita appunto insieme ai predetti legumi. Inoltre si usano le spezie della macchia mediterranea per insaporire le preparazioni: la salvia, il rosmarino, il timo, la maggiorana, la menta e l’origano.